Mindfulness e Pazienza

Mindfulness e Pazienza

Mindfulness e pazienza: uno dei 7 pilastri della consapevolezza.

“La pazienza è una forma di saggezza. Dimostra che comprendiamo e accettiamo il fatto che le cose accadono quando è il loro momento. Un bambino può provare ad aiutare una farfalla ad uscire, rompendo la sua crisalide, anche se, in genere, alla farfalla non risulta nessun beneficio da quello sforzo. Qualsiasi adulto sa che la farfalla può uscire solo quando arriva il momento e che il processo non può essere accelerato.”

Jon Kabat-Zinn

Mindfulness e Pazienza 1La pazienza non è più una virtù. Saper aspettare è decisamente fuori moda: tutto e subito. Basterebbe riflettere sui ritmi della natura per comprendere, invece, che ogni creatura si sviluppa con tempi e ritmi propri.

Quando viviamo un momento difficile, desideriamo che le cose possano risolversi subito; ancora, quando ci apprestiamo ad imparare qualcosa, siamo impazienti di apprendere tutto e subito. In realtà, la nostra mente, il nostro corpo sono naturalmente dotati della capacità di adattamento e di apprendimento e se lo lasciamo fare, naturalmente raggiungerà quegli obiettivi; quindi la pazienza è la principale forma di saggezza. Non è semplice da praticare ma non impossibile da conquistare.
La pazienza si apprende gradualmente con la mindfulness (“cento volte la mente si allontana dal respiro e cento volte con pazienza la riportiamo indietro”).

Quando non possiamo cambiare le cose immediatamente o come vorremo, la mindfulness ci aiuta a sviluppare la pazienza, una delle attitudini più sagge che possediamo. La pazienza ci permette di aspettare, di accogliere, di stare con il processo così com’è, senza forzare, senza spingere. Usando la pazienza ammettiamo che le cose non siano adesso nel modo in cui le desideriamo, e lasciamo andare i tentativi di affrettare i cambiamenti, oppure di bloccare il cambiamento spontaneo della vita.

Mindfulness e pazienza 2Nell’era della velocità, delle notizie istantanee e delle scelte immediate, aspettare, attendere, non lasciarsi travolgere dall’attimo fuggente è diventato un privilegio che si concedono in pochi. Così la pazienza è diventata una virtù sempre più rara. Nella Mindfulness la pazienza si coltiva verso il corpo e la mente. Ad esempio mentre stiamo “facendo pratica” dovremmo vivere l’esperienza senza giudicarci, senza aspettarci nulla, “perché la mente giudica, “perché siamo preoccupati/nervosi”, “perché non vediamo risultati”. Dovremmo concederci di vivere la nostra esperienza semplicemente come è, nel qui ed ora.

La mindfulness ci invita a vivere la nostra vita e le nostre relazioni con pazienza, senza aspettative, senza avere cioè un’attesa condizionata su come debbano andare le cose.

Per coltivare e fare esperienza con la Mindfulness e pazienza è utile sapere che non siamo obbligati a colmare la nostra vita di pensieri e azioni, cose o persone, per renderla migliore. Essere pazienti vuol dire essere aperti a tutto quello che accade. Mindfulness e pazienza sono strettamente collegate e legate.

Mindfulness e pazienza 3MINDFULNESS E PAZIENZA
Per iniziare a sperimentare la pazienza, basta iniziare ad osservare la natura che ci circonda. La natura ci insegna il valore del tempo, della pazienza, dell’attesa.
Così giunge la festa del raccolto, poiché dalla terra prendiamo i frutti maturi dopo averli seminati e curati con fatica, amore: abbiamo atteso che fossero pronti prima di coglierli. Se presi acerbi non ci allieterebbero col loro sapore, se raccolti in ritardo dovremmo buttarli…avremmo lasciato che divenissero per noi inutili e privi di nutrimento.

“La pazienza, la virtù meno applicata nel nostro mondo del “tutto e subito”. Invece «tutto va per gradi”- Leibnitz. Per chi sa usarlo, per chi pratica la Mindfulness, il tempo non passa invano. Ricorda di non confondere la pazienza, il saper aspettare, con il tergiversare, con l’incapacità di decidere, rinviando sempre a domani ogni atto concreto. La pazienza non è sopportazione e nemmeno rassegnazione.  Una «virtù eroica», come la definiva Giacomo Leopardi, o anche «una goccia che scava la pietra» secondo le parole di Gandhi, della quale abbiamo sempre più bisogno in tempi di impazienza, di stress. E perfino di paura. Soprattutto oggi, nel pieno di questa emergenza sanitaria e della crisi economica correlata.

Smettere di pensare a cosa fare o non fare, dire o non dire, nel disperato tentativo di aggiustare il terreno sotto ai nostri piedi nella convinzione che altrimenti moriremo o che qualcosa morirà. E piuttosto iniziare a rilassarci: se la situazione è spiacevole, smettiamo di volere fare di tutto per aggiustarla. Se è piacevole, smettiamo di volere accelerarla a tutti i costi, spinti dal desiderio e dall’impulsività. Coltiviamo la pazienza, anche riguardo al fatto che non sempre ci riusciremo, e stiamo, più che possiamo, con le sensazioni del corpo. Mindfulness e pazienza vanno sempre di pari passo.

Ci vuole pazienza anche per essere abbastanza curiosi da osservare, da riflettere su di sé. E quando capite di potere scegliere fra restare fermi o agire, ci vuole pazienza per restare in quella sensazione tagliente e non intensificare la sofferenza. Quasi automaticamente, partite in quarta o vi chiudete a riccio, involontariamente cercate un terreno solido, e molto spesso siete spaventati. Credete che se lasciate andare e vi limitate a sentire, morirete o qualcosa morirà. E avete ragione. Se lasciate andare, qualcosa morirà, ma sarà un enorme sollievo” – Pema Chodron

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